Oggi sono stata a fare le prime prove con il coro con Lozan Mübadilleri Vakfı Korosu quello che ho scelto fa parte di una fondazione particolare Turco-Greca che cerca di rimettere in connessione i greci-turchi ed i turchi-greci del famoso “exchange” come lo chiamano qui. Una vera forma di deportazione forzata tra due paesi, uno scambio obbligatorio nato dalla convenzione greco-turca firmata a Losanna nel gennaio del 1923.
Esso consistette in due diversi movimenti di popolazione, in direzione opposta: i cristiani dell’Anatolia e della Tracia orientale vennero trasferiti in Grecia, mentre i cittadini greci di fede islamica trasferiti in Turchia. Oltre ai turchi stabilitisi in Grecia, vennero infatti espulsi i membri della comunità islamica di Creta, alcuni rom di fede islamica, nonché pomacchi albanesi cham e alcuni megleno-rumeni di fede islamica. Complessivamente circa due milioni di persone abbandonarono le terre dell’attuale stato turco spostandosi, a partire dal 1914 al 1923.
Nell’aula dove faccio le prove con il coro leggo le declinazioni in lingua greca dei corsi settimanali che fanno in questa stanza, un modo per tenere vivo il passato di queste famiglie attraverso la lingua.
È stata la prima volta che la comunità internazionale non solo accettò ma anche impose, là dove le minoranze avevano resistito o non erano state travolte dalla violenza della guerra, uno “scambio” di questa portata.
Esso portò inoltre a processi forzati di ellenizzazione (è il caso dei karamanlidi) e di turchizzazione (è il caso dei greci di fede musulmana). In particolare, determinò la fine della plurimillenaria storia dei greci in Asia minore. La portata degli eventi per la Grecia fu tale che ha cambiato profondamente la vita politica, sociale e culturale dell’intera nazione greca ma anche i rapporti diplomatici tra la Grecia e la Turchia che richiesero talvolta l’intervento delle Nazioni Unite. Mentre chiudo la porta sento partire un Sirtaki.